Il Decameron (P. P. Pasolini, 1971)

(Italia-Francia-Germania Occ., 1971)

R., S. e Sc.: Pier Paolo Pasolini dal Decameron di Boccaccio. F.: Tonino Delli Colli. M.: Nino Baragli, Tatiana Casini Morigi. Scgf.: Dante Ferretti. Mu.: a cura di P. P. Pasolini e Ennio Morricone. In.: Ninetto Davoli, Franco Citti, Pier Paolo Pasolini, Jovan Jovanovich, Vincenzo Amato, Angela Luce.

P.: Franco Rossellini per P.E.A. / Les Productions Artistes Associés (Paris) / Artemis Film (Berlin)

L.: 3028 metri

v. c. n. 58591 del 10/07/1971 - vm 18

        seconda edizione v. c. n. 83306 del 05/05/1988 - vm 14 - L.: 2634 metri

        tagli, metri 53,80.

 

Trama

Il film racconta alcune novelle del Boccaccio, cui fanno da legame, nella prima parte, la storia di Ser Cepperello che, ingannando un prete con una falsa confessione, si vede trasformato in Ser Ciappelletto e adorato come santo, nella seconda, un pittore impegnato in un affresco, Andreuccio, si fa derubare di tutti i suoi soldi da una giovane che si finge sua sorellastra, per poi ritrovare la fortuna spogliando dei suoi gioielli la salma di un vescovo. Spacciandosi per sordomuto, Masetti viene accolto in un convento di suore, dalle quali si lascia sedurre, per poi crollare esaurito. Lisabetta, cui i fratelli hanno ucciso il giovane amante, taglia la testa al cadavere per conservarla in casa sotto una pianta di basilico. Caterina e Ricciardo, dopo essersi amati, vengono uniti in matrimonio dagli stessi compiaciuti genitori della giovane. Tingoccio torna dall'aldilà per rivelare al timorato Meuccio che far all'amore non è considerato un peccato. Fingendo di volerla trasformare in cavalla, Danno Gianni si gode la moglie di un ingenuo contadino. L'infedele Peronella induce il marito a entrare in una giara, per impedirgli di scoprire il suo amante, al quale subito si concede.

 

“Alcune sequenze altamente erotiche (…) travalicano l’osceno più crudo e la dissacrazione. Va però osservato che pur nella plateale volgarità di alcune battute tipiche dell’eloquio del regista, il film si muove veramente (…) sul piano artistico in quanto, ispirandosi all’opera di Boccaccio, ravviva e trasfigura in forma visiva l’inno alla vita che, sia pure attraverso le burle e le sconcezze dell’epoca, è alla base del grande novelliere.”. Le parole del Giudice Istruttore Cordella chiudono l’epopea giudiziaria del Decameron pasoliniano.”

 Il film vince l'Orso d'argento a Berlino nel 1971 e la Prima Sezione della Commissione di revisione cinematografica afferma:

“revisionato il film il 9 Luglio stesso e sentito il regista Pasolini, a unanimità rileva che il film si muove indubbiamente su un piano artistico. Ne è prova  il riconoscimento al Festival di Berlino, con l'attribuzione dell'Orso d'argento. La tematica e le sequenze audaci, ma non conturbanti nella riproduzione del messaggio boccacesco, inducono peraltro a vietare la visione del film ai minori di diciotto anni.”

 

Bibliografia:

Laura Betti, Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione, morte, Garzanti, Milano, 1977.


Visto originale: