La Commissione - III Sezione - osserva che il legame che il titolo fornisce al complesso delle scene del film è del tutto inconsistente e non è altro evidentemente che un pretesto per dare un'etichetta passabile sotto il punto di vista di una supposta intenzione critica o moraleggiante, a un insieme di immagini fotografiche che non possono certo fendere il loro carattere di oscenità, solo perchè le pecorelle peccatrici ritornano in ultimo all'ovile nella scena finale.Non si moraleggia facendo commettere il peccato nè si illustrano le regole della morale insegnando prima a violarle: è inutile porre una conclusione pulita quando tutto il precedente è sporco. La massima parte delle scene del film è estremamente offensivo del buon costume. Non vi è dubbio che esso ha una sola validità: quella della sua efficacia di esaltazione degli istinti sessuali dello spettatore, è diretto a suscitare e a stimolare le tendenze agli appagamenti dei desideri più volgari ed osceni. Non occorre porre in rilievo la cura posta nel film ad accentuare il dinamismo dei corpi femminili: troppo essendo evidente che l'unico interesse del film riposa sulla sessualità intesa nel senso più volgare in dispregio dei comuni sentimenti del pudore e della morale media del nostro paese, che purtroppo, per effetto ai film approssimativamente simili a quello in esame, anche se di minore pericolo, rischia di cadere ad un livello deprecabilmnete basso. E' assolutamente quindi da vietare la proiezione in pubblico del film.

"Parere contrario alla programmazione in pubblico in quanto è stata vietata la visione del film."