3.1 L'offesa al pudore
Il concetto di "pudore" entra a far parte della terminologia legislativa sulla censura cinematografica con il provvedimento del 1920 (1.1 L'età liberale), dunque in epoca pre-fascista, integrando quelli di "morale", "buon costume" e "pubblica decenza" già esplicitati nella legge del 1914.
Si può tranquillamente affermare, con buona approssimazione, che i tagli quantitativamente più rilevanti furono fin dall'inizio (e sempre continueranno a essere) quelli riguardanti le scene di nudo o ritenute più in generale scabrose, sconvenienti, "licenziose", colpevoli insomma di oltrepassare la soglia del pudore consentita in una determinata epoca. Il discorso non cambia per la prima metà degli anni '30, se si eccettua la questione contingente della lingua straniera.
Le scene di nudo
I nudi proibiti nei primi anni del sonoro sono quasi tutti femminili: prostitute e ballerine, in particolare, le figure più a rischio di censura.
Per citare alcuni esempi, al poliziesco della Paramount Il mistero del varietà (Murder at the Vanities, 1934, di Mitchell Leisen) si ordina di togliere "una parte delle danze in cui si insiste sulle gambe nude", e alla commedia francese Bouboule I Re negro (Bouboule 1er, roi nègre, 1934) di "rendere più rapide le scene dove si vedono ballerine quasi nude"; nel tedesco Notti sul Bosforo (Der Mann, der den Mord beging, 1932), con Conrad Veidt, è censurata "la scena in cui si vede la giovane acrobata denudarsi il seno"; in quello statunitense Nell'ora suprema (Fast Life, 1930), con Douglas Fairbanks Jr. e Loretta Young, "la visione della camicia da notte di Molly". Le danze del ventre erano considerate troppo sensuali, ad esempio nella produzione Paramount La fanciulla senza casa (Girl Without a Room, 1934) o ancora in Notti sul Bosforo, che contiene anche alcune probabili allusioni a un bordello. Perfino a un cortometraggio Paramount di poco più di 10 minuti, Ginnastica per signore (1931), viene imposto di "sopprimere le scene in cui operano le donne completamente nude".
In un simile panorama, spiccano i rari nudi maschili censurati: un "giovane in pantaloni, ma col dorso completamente nudo" e un altro "all'uscita del bagno coperto soltanto di un asciugamani intorno ai fianchi" (oltre a un nudo femminile in trasparenza) in La ragazza del bacio (Street Girl, 1929 ma uscito in Italia nel 1932, di Wesley Ruggles), tra i primissimi film prodotti dalla RKO.
La seduzione
Le scene di seduzione e quelle che mostravano il contatto fisico tra uomo e donna, soprattutto baci e abbracci, erano proibiti o segnalati con grande frequenza.
In Notte di peccato (A Lady to Love, uscito in Italia nel 1931), diretto da Victor Sjöström per la MGM e interpretato da Edward G. Robinson, viene soppressa la scena di intimità coniugale "in cui si vede Clara che insapona e lava il marito"; al citato Nell'ora suprema si chiede di "ridurre ad una rapidissima visione la prima scena delle coppie abbracciate e diminuire i ripetuti baci di Molly a Dony"; al film della Paramount Joinville Il ribelle (Die Nacht der Entscheidung, 1931), di "ridurre notevolmente le scene di orgia che si svolgono in casa di Madama Alexandra".
Per gli amanti la vita era piuttosto dura sugli schermi italiani: nel film francese di Carmine Gallone Di notte a Parigi (Un soir de rafle, 1932) è tagliata "la scena nella quale si vede Georget a letto con l'amante Ivonne"; in Il principe ribelle (La mille et deuxième nuit, 1933), quella "nella quale Taher e Gulnar stanno strettamente abbracciati"; nel tedesco Il ventaglio della Pompadour (Opernredoute, 1931) i tagli riguardano "le tre scene in cui si vede il consigliere dell'Ambasciata che, mentre telefona, accarezza la gamba della ragazza", un'altra scena di bacio e addirittura la didascalia, troppo allusiva: "Posseggo una villa a Schoenbrunn, un vero nido d'amore nascosto tra il verde".
Uno dei personaggi più censurati di tutti i tempi è poi il seduttore per antonomasia: anche gli anni '30 hanno il loro "Casanova", vent'anni prima del caso celebre del film di Steno (Le avventure di Giacomo Casanova). Si tratta della pellicola francese La vita amorosa di Casanova (Casanova, 1934, di René Barberis), ridotta "da m. 2209 a m. 2045 per la soppressione di alcune scene licenziose" e in più vietata ai minori di 16 anni.
Matrimonio e femminilità
Grande attenzione veniva posta alla salvaguardia di valori quali matrimonio, famiglia e maternità: un riferimento a quest'ultima, considerato evidentemente inopportuno, venne cancellato dal cortometraggio Avventura nel pollaio (1934).
In genere erano censurati temi come le ragazze madri e la prostituzione, anche nei film italiani (ad esempio Vecchia signora di Amleto Palermi, 1932: "Ridurre molto le scene della signora chiusa con prostitute nella camera di sicurezza. Basta solo mostrare che è condotta là").
Un caso interessante di censura dell'adulterio è quello di una pellicola avventurosa della Warner Bros. ambientata durante la prima guerra mondiale, Catturato (Captured!, 1934, di Roy Del Ruth), nella quale la moglie di un ufficiale inglese (Leslie Howard) ha una relazione con un altro ufficiale (Douglas Fairbanks Jr.): nessun taglio da parte dei censori, ma semplicemente l'ordine "che la figura della moglie sia trasformata in fidanzata".
Del resto, alcuni comportamenti erano considerati facilmente sconvenienti se associati a una figura femminile: come la protagonista del film tedesco Signorina... signora (Fräulein Frau, 1934), cui si dovettero addirittura "ridurre al minimo le scene di Erica ubriaca".