4.2 Gangster italiani: Scarface & co.
Scarface o Lo sfregiato (Scarface, Usa 1932)
R.: Howard Hawks, Richard Rosson. P.: The Caddo Co. Int.: Paul Muni, Ann Dvorak
I primi anni '30 videro anche il fiorire dei gangster movie americani, il più famoso dei quali è probabilmente Scarface di Howard Hawks. Sceneggiato tra gli altri da Ben Hecht, dietro al memorabile ritratto dell'ascesa e caduta del boss della malavita Tony Camonte, nella Chicago degli anni '20, raccontava in realtà la vera storia di Al Capone. In patria andò incontro a molte noie con la censura, che ne ritardarono l'uscita di oltre un anno. In Italia, il film non ebbe nemmeno bisogno di vedersi negato il nulla osta: i distributori furono sconsigliati in partenza dall'acquistarlo. Le motivazioni di tale ostilità sono spiegate con chiarezza da Luigi Freddi, principale responsabile della politica cinematografica italiana in procinto di diventare Direttore generale della cinematografia, nel suo memoriale Il cinema scritto tra il 1948 e il 1949. Freddi, grande estimatore del cinema d'intrattenimento hollywoodiano, esaltò Scarface come il "capostipite di tutti i film di gangster, film indiavolato in cui la quantità dei colpi di rivoltella e la somma dei morti superava il numero dei fotogrammi!": a testimonianza che il fascismo non aveva un atteggiamento pregiudizialmente negativo verso i gangster movie, di cui anzi ne apprezzava la valenza tecnica e artistica (sebbene Mussolini non amasse né i "gialli" né i film di gangster).
Se il film venne di fatto proibito, fu perché "tutti i criminali che sostenevano l'impalcatura del terrificante soggetto, anche se vivevano in ambiente americano, erano scrupolosamente e deliberatamente italiani". L'offesa all'italianità costò alla pellicola l'assenza dagli schermi italiani fino al 1947, quando con il titolo di Lo sfregiato ottenne il nulla osta dalla censura, seppure condizionato dal divieto ai minori di 16 anni.
Ancora gangster
Altro classico del genere gangsteristico, altra scalata di un italo-americano nella Chicago del crimine: sorte analoga a quella di Scarface toccò a Piccolo Cesare (Little Caesar, 1931) di Mervyn LeRoy. Cesare ‘Rico' Bandello, il protagonista interpretato da Edward G. Robinson, fu ritenuto addirittura evocatore della figura di Mussolini: il film verrà distribuito in Italia soltanto nel 1963, assieme al terzo "pilastro fondativo" del gangster movie, il violento Nemico pubblico (The Public Enemy, 1931) di William A. Wellman, con James Cagney nei panni dell'irlandese Tom Powers, che negli anni '30 non aveva ottenuto il visto censura.
Un semplice divieto ai minori di 16 anni fu considerato sufficiente, invece, per titoli come il citato Le vie della città (City Streets, 1932: 3.2 "Scene truci") o L'ultimo gangster (The Last Gangster, 1938) di Edward Ludwig, ancora con Robinson nel ruolo stavolta del bandito Joe Krozac. Per motivi diversi, uscì solo nel 1948 Strada sbarrata (Dead End, 1937) di William Wyler, con Humphrey Bogart nella parte di "Baby Face" Martin: sebbene il film fosse girato interamente in studio, fu giudicata eccessiva la sua descrizione della delinquenza giovanile e del contrasto tra ricchi e poveri, tra bassifondi e quartieri abbienti.
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